Ci sono ancora tante cose da dire

Per scrivere qualcosa di sensato, leggibile e, quantomeno, comprensibile non bastano carta e penna o uno schermo bianco e tastiera. Serve molto di più. Ma molto di più. La sedia giusta, la giornata scarica da altri impegni, il momento in cui hai ben chiaro cosa dire e come.

Quanti attimi perfetti mi sono sfuggiti in questo anno perché non tutte le variabili erano allineate? O quanti momenti sono durati troppo poco per darmi il tempo di buttar giù almeno una bozza? Troppi.
Restano ancora numerose cose da raccontare di Singapore e dei meravigliosi viaggi del 2019. Ma in questi ultimi mesi non me la sono sentita né di scriverne (ripensare ai viaggi mi metteva tristezza) né di farvene leggere (ognuno di noi ha passato un duro anno, nessuno escluso). Ora però, che qualcuno sta già annusando aria fresca di montagna o sta pucciando il piede nell’acqua salata, mi sento di riprendere da dove ci eravamo bruscamente interrotti e darci un abbraccio virtuale. Quindi: ben ritrovati!

Come sapete non mi trovo più Italia da un oramai un mese e finalmente il piano A, cominciato proprio quattro anni fa, si è realizzato. A ripensarci il destino ha avuto cura di noi. Fossimo arrivati qui a Los Angeles uno o due anni prima, come speravamo, avremmo perso esperienze bellissime in Sud Est Asiatico, e non meno importante, avremmo vissuto qui i mesi più difficili di pandemia. Quindi bene così

In generale non ho una gran memoria per certi eventi, ma ci sono episodi che restano indelebili. Come quel messaggio di Michele dell’11 febbraio 2019. Diceva solo “Rejection“. Corsi in bagno per elaborare il bivio della vita appena preso, prima di condividere la notizia con Elisa, che in quei giorni ci era venuta a trovare. Fu difficile, era già il secondo rifiuto, e il “parcheggio” di Singapore cominciava a starmi (e starci) stretto. Direi, più che stretto, incollato come una maglietta sudata, non era più il posto per noi.

Ma ora, ricostruendo con “i se e i ma”, se quell’anno Michele avesse preso la borsa, avremmo traslocato negli Stati Uniti a gennaio 2020 e non so che storia vi starei raccontando, ma dubito sarebbe stata tutta coriandoli e fuochi d’artificio.

Detto questo ora si riparte da qui. Da questo esatto punto.

So che l’internet è pieno di contenuti, io stessa non ci sto dietro alle cose da leggere, da vedere, da fare e da partecipare. Quindi vi ringrazio per essere qui a leggermi.

Voglio mantenere questo diario nel quale vi rendo partecipi di piccoli e grandi eventi. Voi mi aiutate a tenerlo in ordine, e io mi impegno a condividervi cose che spero vi facciano ridere, sorprendere e conoscere cose nuove. Perché viaggiare è anche questo, ti permette di vedere il mondo con occhi nuovi e scoprire che cose che usi o mangi tutti i giorni, ma che sono normali solo per te.

Sappiate che tra i racconti di Los Angeles ogni tanto comparirà una Travel Letter degli ultimi viaggi in Asia, e sicuramente anche qualche racconto dal mio primo blog aperto 10 anni fa sulla mia esperienza Work and Travel nel Parco Nazionale di Yellowstone. Il momento è arrivato, l’attesa è stata lunga, e una pandemia l’ha reso ancora più solenne.

Questo è anche il mio l’ultimo trasloco oltre oceani (prima eravamo verso Est ora verso Ovest), non abbiamo un biglietto di ritorno, ma la data è segnata e improrogabile. Quindi, almeno per questa volta, non ci sono dubbi. Natale 2022 si festeggia a Verona.

Ora che ci siamo salutati, i mobili IKEA sono montati, e la prima dose di vaccino è fatta è giunto i momento di esplorare i dintorni. Un po’ di timore nell’uscire rimane, ma la voglia di tornare on the road e di sentire quella vertigine mentre guidi lungo la Monument Valley al tramonto sarà sicuramente più forte.

Foto del mio primo viaggio in USA – autunno 2011

A prestissimo,

Anna