Viaggio in… Myanmar

Cara Arianna,

il Myanmar l’ho sognato, bramato e immaginato per cinque lunghissimi anni. Ne avevo sentito parlare così tanto che avevo aspettative smisurate; tutti tornavano incantati dalla magia di questo paese. Ma come sai, per me non è stato così. Forse il periodo, le fatalità e un po’ di sfortuna hanno fatto sì che non scattasse la scintilla, cosa assai rara vista la mia passione per i paesi del Sud Est Asiatico. Anche se ora, mentre riguardo le foto nella tranquillità di casa non posso negare che abbiamo visto dei posti davvero magnifici. Certo, quel monaco che poco prima dell’imbarco distrugge un quadro con l’immagine di un altro importante monaco, e decide di abbandonarlo accanto al cestino non credo sia stato un segno ben’augurante.

Tra le cose per me più difficili da accettare, in una terra con migliaia luoghi sacri è stata quella di doversi togliere le scarpe, ma non solo per entrare nei templi (cosa che devi fare praticamente ovunque in Asia), ma proprio all’esterno della struttura e dover camminare scalzi su sassi, terra, strade e assi di legno centenarie; la mia serenità si coglie a pieno nella foto che segue:

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In questo viaggio di oltre 10 giorni abbiamo visitato tre località del Myanmar, diversissime tra loro: Mandalay, una città adagiata tra colline e lungo il fiume Ayeyarwady dove risiede la metà dei monaci di tutto il paese; la regione di Bagan, zona di villaggi di bamboo e hotel famosa per la presenza di oltre 2000 stupa; e Yangon, ex-capitale e ancor’oggi la città più popolosa.

Mandalay

A Mandalay cominciamo ad esplorare questo paese, e subito ci accorgiamo di una cosa strana:

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Gli autobus, ma anche la maggior parte delle auto hanno la guida opposta rispetto al senso di marcia, cioè hanno la guida all’inglese, ma le strade come in Italia. Il Myanmar è un ex colonia britannica, ma un bel giorno del 1970 il Generale Ne Win si è svegliato e non si sa se per un sogno o per la premonizione di un’astrologa ha deciso di cambiare il senso di marcia.  Il 5 dicembre viaggiavano in un senso, il giorno dopo tutto l’opposto (Fonte). I burmesi si sono adattati alla situazione, ma preferiscono sempre essere in due in auto.

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Mingun Pahtodawgyi, spettacolare monumento incompiuto.

Girando per Mandalay abbiamo visitato diverse stupa. La stupa è un monumento che contiene reliquie, e la maggior parte di quelle visitate da noi sono attualmente attive.

Bagan

Il vero punto di interesse di tutto il Myamar di trova a Bagan, in questa immensa pianura dove si trovano oltre 2.000 stupa sparse tra i villaggi e natura selvaggia. Noi abbiamo deciso di raggiungere Bagan via fiume, un viaggio di 8 ore immersi nella tranquillità.

A Bagan c’è una sola cosa da fare: girare con ogni mezzo possibile tra una stupa e l’altra. Macchina, tuk tuk, motorino elettrico o mongolfiera, tutto dipende dal budget!

Yangon

Yangon (Rangoon) capitale del Myanmar fino al 2005, è tutt’ora la città più popolosa del paese e meglio collegata con il resto del mondo. Qui abbiamo trovato una città in forte crescita ma piena di contraddizioni, condomini super lusso in costruzione, ma anche  tanti palazzi abbandonati.

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A Yangoon si trova il monumento più importante di tutto il Myanmar, la Shwedagon Paya. Una enorme stupa alta 98 m dai colori dorati e costruita su una collina al centro dalla città.

Per concludere il nostro viaggio in Myanmar non potevamo che andare a porgere i nostri saluti alla donna che esprime i desideri. Her Holiness Mya Nang Nwe, una statua sacra a cui sussurrano specifiche richieste mentre le “fanno bere” latte di soia e succhi di frutta.

Travel with us, Anna