Scusi posso avere un tovagliolo? No.

Caro Franco,

Alla fine ci si abitua a tutto. Al clima al cibo ai modi di fare. A mangiare sempre su un vassoio, persino a mangiare in un centro commerciale. Ma se ti fermi un attimo, e guardi più da vicino ti accorgi che le piccole cose, quei dettagli apparentemente insignificanti che hai perso lungo la strada sono in realtà quello che fa la differenza, quello che fa dell’Italia il Bel Paese.

Tra i tanti modi diversi di mangiare il più evidente è l’assenza della tovaglia. Ristorante stellato o bettola che sia in Italia la tovaglia non manca mai. Mai. Bordò, avorio o a quadretti poco importa, la tovaglia c’è e crea lo spazio che condividono gli invitati per tutta la durata del pasto. Non ci sono confini, lo spazio diventa di tutti, nessuno può prendere piatto e bicchiere e spostarsi in un secondo – con il vassoio si. La tovaglia è un impegno, una promessa di condivisione fino al termine del pasto. Il tuo piatto può comodamente scivolare da un posto ad un altro ed essere condiviso. Ti sembra poco?

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Ma vogliamo parlare del tovagliolo? Il tovagliolo a me serve. Non mi basta avere un lavandino al centro della “mensa”, perché se mi sporco la bocca di sugo non posso andare fino al lavandino per lavarmela (ogni volta) perché poi con cosa mi asciugo? Con l’aria calda?
Non so se vi ricordate, ma vi avevo già parlato che negli Hawker Center (Fast food di cibo locali) vi danno piatti, bicchieri e posate ma non i tovaglioli. Quindi o ve li portate da casa o niente. A volte può capitare che passi tra i tavoli un vecchietto che vi vende un pacchetto ad un dollaro, ma state certi che quando vi capita di sporcarvi non passa. Qualche giorno fa eravamo a fare colazione nel nostro posto preferito e vediamo una ragazza seduta qualche tavolo più in la un pò spaesata con una guida e tenuta esplorativa. Terminata la colazione si accorge di avere le mani sporche di marmellata, a quel punto chiama la cameriera chiedendo gentilmente di poter avere un tovagliolo. Richiesta legittima. E la signora, con la delicatezza che contraddistingue i singaporiani le risponde “No” e se ne va. Lasciando la povera ragazza piuttosto stupita, forse non era ancora arrivata all’ultimo capitolo della guida. A quel punto le ho passato il nostro pacchetto (portato da casa), spiegandole che forse è il caso che se ne procuri uno perché ogni volta che mangerà capiterà la stessa scena.

Questo per dire che cose che diamo per scontate per milioni di altri non sono ugualmente importanti. Noi italiani e quel forte desiderio di unione con amici e famiglia lo dimostriamo in molti modi, anche con un pezzo di tela sul tavolo, e ci chiediamo come facciano gli altri a vivere senza…

Travel with us,
Anna

PS. Ho involontariamente saltato un paio di lunedì, sono state settimane di viaggi e visite importanti. Recupererò il tempo perduto, quindi aspettatevi Travel Letter a sorpresa! Un abbraccio a tutti.

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